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Crisi Enasarco: quando il sistema previdenziale tradisce chi lavora

Agenti di commercio, una categoria da sempre centrale nell’economia italiana, oggi si ritrova a fare i conti con un sistema previdenziale che sembra aver smarrito la propria missione. La recente interrogazione parlamentare presentata alla Camera dei Deputati e rivolta al Ministero del Lavoro porta alla luce un malessere diffuso, che da tempo cova tra chi ha scelto la libera professione.

Un sistema finanziato dai lavoratori, ma senza le tutele del pubblico

La Fondazione Enasarco – ente previdenziale obbligatorio e interamente finanziato dai contributi degli agenti – non garantisce le tutele riconosciute dal sistema pubblico, come la possibilità di totalizzare periodi contributivi brevi o accedere a prestazioni assistenziali.
Nonostante la natura privata, l’obbligatorietà dell’iscrizione rende la situazione paradossale: chi versa contributi non sempre ha diritto a una pensione, e spesso non ha alcuna forma di protezione alternativa.

Sostenibilità in crisi e aumenti che penalizzano i più deboli

Uno dei nodi più critici riguarda la sostenibilità economica dell’ente. Il numero di agenti iscritti è in costante calo, e la risposta della Fondazione è stata quella di alzare i minimali contributivi.
Ma questa scelta colpisce proprio chi è già in difficoltà: giovani alle prime armi, donne con carriere discontinue, professionisti colpiti dalla crisi economica. Aumentare gli oneri senza affrontare le cause della fuga dalla professione rischia di accelerare il declino.

Contributi persi: il dramma degli "agenti silenti"

La situazione più ingiusta è forse quella degli "agenti silenti": professionisti che hanno versato per anni ma non hanno raggiunto i 20 anni minimi richiesti per ottenere una pensione.
Risultato? I contributi versati vengono azzerati. Nessun diritto maturato, nessuna possibilità di ricongiungimento con altri enti – a meno che i versamenti non siano successivi al 2012.
Un confronto con altri regimi previdenziali rende questa realtà ancora più amara: in altri casi bastano cinque anni per ottenere almeno una prestazione minima.

Disuguaglianze di genere e zero protezione sociale

Le donne risultano fortemente penalizzate:
Le carriere sono in media più brevi (8-9 anni rispetto ai 14,5 degli uomini).
Non esistono tutele legate alla maternità.
La rappresentanza negli organi decisionali è ancora marginale.

A tutto ciò si aggiunge un’altra carenza gravissima: nessuna copertura sanitaria, nessun sussidio in caso di malattia o infortunio, nessuna forma di welfare integrato. In sostanza, un lavoratore autonomo iscritto a Enasarco è lasciato solo di fronte ai rischi della vita.

Scelte gestionali opache e rappresentanza compromessa

A peggiorare il quadro c’è la gestione poco trasparente dell’ente. L’interrogazione parlamentare ha puntato i riflettori su:
L'acquisizione della società energetica "New Energy", poi sanzionata dall'ARERA con una multa milionaria.
La revoca – poi annullata dal tribunale – dell’ex presidente, episodio che ha sollevato dubbi sulla stabilità interna dell’ente.
Le elezioni del consiglio d'amministrazione avvenute con una lista unica, senza spazio per il pluralismo e la reale rappresentanza degli iscritti.

Una proposta sul tavolo: trasferire Enasarco all’INPS?

La domanda sollevata in Parlamento è diretta e radicale: ha ancora senso mantenere Enasarco come ente autonomo?
Oppure è il momento di valutare il suo trasferimento all’INPS, per offrire agli agenti di commercio un quadro previdenziale più equo, stabile e trasparente?
Una simile transizione non sarebbe semplice né immediata, ma la questione è ormai centrale per migliaia di professionisti che chiedono solo una cosa: diritti proporzionati ai contributi versati.

Cosa succede ora?

Come previsto dal regolamento parlamentare, la risposta del Ministero del Lavoro dovrebbe arrivare entro 15 giorni dalla presentazione dell’interrogazione. Ma la vera risposta dovrà arrivare dalla politica e dalla categoria stessa, che non può più permettersi di rimanere spettatrice.

 

13.07.2025 - Fonte: Web





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